La Camera di commercio di Reggio Calabria è stata ancora una volta il motore per far incontrare attori nazionali e internazionali con il territorio, attivando il network costituito dal sistema Camerale alimentato da Unioncamere.
Ospite, quindi, ma anche attore di azioni ed attività a servizio del territorio e delle imprese.
Il 13° Forum europeo “Manfredo Golfieri” "Industria 4.0: l'innovazione passa dalla quarta rivoluzione industriale", svoltosi giovedì 19 gennaio 2017 presso la Camera di commercio di Reggio Calabria, è stato aperto dai saluti del presidente Antonino Tramontana e dall'introduzione di Natina Crea, Segretario Generale della Camera di commercio di Reggio Calabria e Direttore dell’Azienda Speciale IN.FORM.A..
La giornata ha fornito molti elementi e spunti di riflessione: non solo si è avuta l’opportunità di avere una chiara ed esaustiva esposizione del quadro strategico e delle misure messe in atto dalla finanziaria per attuare la politica di Industria 4.0, grazie agli interventi dell’università di Genova e del Ministero dello Sviluppo Economico, ma si è arrivati ad un dibattito che ha coinvolto relatori e pubblico sulle opportunità per le piccole e medie imprese quali soluzioni a problematiche ampie – e per certi versi “antiche” - che vanno dalla formazione del capitale umano, al rapporto tra impresa ed università, fino ad arrivare all’accesso ai finanziamenti.
Una giornata che ha aperto orizzonti nuovi, evidenziando anche il lavoro già svolto dalla Regione Calabria e le attività di eccellenza delle università locali - una per tutte quella del Building Future Lab dell’università Mediterranea di Reggio Calabria - e dei centri di ricerca presenti nei distretti calabresi.
Molto resta da fare per raggiungere alcuni modelli portati ad esempio dalle grandi imprese presenti (Festo, General Electric e Pebrit Bosch). L’Europa è un grande alleato grazie agli stimoli che ci offre e alle reti transnazionali a cui partecipano i nostri centri di eccellenza (il caso evidenziato da T2I con la rete I4MS). Le reti e le reti di imprese, come strumento operativo, richiamato a gran voce da Unindustria per dare corpo al “fare squadra”, per accogliere le sfide che le nuove tecnologie ci pongono davanti, ma anche reti costituite da imprese che vogliono condividere apertamente il sapere, farlo evolvere, per il bene del Paese e per lo sviluppo di nuovi business, come propone il cluster Fabbrica Intelligente.
Alcune opportunità sono emerse proprio dalle imprese e riguardano le risorse del territorio, dal turismo come evidenziato dallo studio dell’European House Ambrosetti, all’utilizzo intelligente ed in ottica 4.0 del saper fare dei nostri artigiani, come evidenziato da CNA.
In sintesi è emerso che quello in atto non è un fenomeno che riguarda solo le imprese - che si tratti di “rivoluzione” o meno, poco conta -, ma coinvolge la società e la cultura del fare in generale, dove le nuove tecnologie devono essere accolte, in maniera graduale ma sistematica, all’interno dei nostri modelli produttivi e, soprattutto, formativi.
Se questo verrà compreso allora si potrà parlare di “rivoluzione” e i rivoluzionari, coloro che per primi avranno fatto proprio il cambiamento, saranno quelli che guideranno l’economia del domani. Fino alla prossima rivoluzione.
Prof. LUCA BELTRAMETTI, Direttore del Dipartimento di Economia dell'Università di Genova
I4.0 ci pone veramente davanti ad una rivoluzione o si tratta solo di una evoluzione? Se di rivoluzione si sarà trattato, verrà stabilito sulla base di cosa sarà innovativo “dopo” che sarà stata attuata, rispetto a cosa è innovativo “ora”.
Le statistiche fin qui non registrano alcuna rivoluzione in atto, sembra che solo alcune imprese stiano innovando, ma l’importante è che la maggior parte delle imprese decidano di innovare, anche in maniera graduale, non necessariamente con un “salto quantico”.
Il confine tra manifatturiero e servizi diventa sempre più labile. L’informazione è più abbondante e meno simmetrica. Le tecnologie ci consentono la manutenzione predittiva.
La vera scommessa è fare le cose in modo diverso: con I4.0 il gap tra le imprese si amplia, chi ha già adottato queste tecnologie è propenso agli investimenti futuri e ciò consente un miglioramento graduale, gli altri rischiano di rimanere indietro.
Dr. ENRICO MARTINI, Segreteria Tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico
Il Mise vede I4.0 come una rivoluzione, soprattutto culturale. I benefici attesi sono la flessibilità, la velocità, la produttività, la qualità, la competitività del prodotto.
Le agevolazioni non sono state basate su una classificazione per codici Ateco, ma viene incentivata l’adozione di certe tecnologie. Il 2017 è l’anno in cui si dovranno concentrare gli investimenti produttivi delle imprese. È centrale lo sviluppo delle competenze che tuttavia è più complesso e sarà sviluppato in un periodo più lungo in quanto va a toccare università e sistema scolastico.
Gli strumenti introdotti con la legge di stabilità di quest’anno sono: il superammortamento, l’iperammortamento (volano per investimenti produttivi), il credito d’imposta alla ricerca.
Il tema delle competenze viene affidato alla creazione di Digital Innovation Hub e Competence center.
Le risorse a disposizione sono imponenti e a breve sarà pubblicata una circolare dell’agenzia delle entrate per chiarimenti sulla fruizione degli investimenti
Dr. SESTO VITICOLI, Vice Presidente di AIRI - Associazione Italiana per la Ricerca Industriale
Dall'indagine AIRI, sono 115 le tecnologie prioritarie nei 10 settori del manifatturiero avanzato, selezionate secondo criteri di coerenza con Horizon 2020, sostenibilità sociale, e coerenza con industria 4.0. Sottolinea l’importanza di norme tecniche, standard e security e di adeguare i sistemi giuridici, regolamentari e contrattuali. I fattori abilitanti sono Formazione e Reti d’impresa: il player vero è il sistema privato, il player pubblico ha un ruolo essenziale per veicolare norme tecniche e standard, formazione e regole contrattuali.
Dr. GIANLUIGI VISCARDI, Presidente Cluster Fabbrica Intelligente
Il Cluster Fabbrica Intelligente mette allo stesso tavolo grandi imprese, piccole e micro imprese, Università, Regioni, Ministeri, Camere di commercio. La missione del cluster è quella di proporre e sviluppare strategie di ricerca.
Bisogna focalizzarsi sulla domanda e la domanda vuole prodotti personalizzati, la battaglia è quella di aiutare l’impresa ad aumentare il valore della propria impresa che poggia il suo fondamento sul capitale umano.
Lo strumento è quello dell’open innovation, le reti d’impresa vanno bene, ma vale ancora di più la condivisione della conoscenza e questo passaggio culturale richiede un lungo periodo di costruzione.
Dr. ROBERTO SANTOLAMAZZA, Direttore generale di T2i Trasferimento tecnologico e innovazione scarl
La rivoluzione in atto è quella meno tecnologica fra quelle che si sono succedute; le tecnologie sono infatti abbondanti e accessibili. Ci aiuti sapere che nell’anno 2015 sono stati prodotti più dati che in tutti gli anni precedenti messi insieme e che la vera sfida è quella di interpretarli. Le tecnologie che abbiamo a disposizione quindi ci devono aiutare alla customizzazione del prodotto.
Il piano Calenda prevede strumenti prevalentemente di tipo fiscale, ma occorre valutare se le imprese siano davvero pronte a usufruirne in un contesto in cui si deve ritenere superata qualsiasi distinzione tra prodotto e servizio e in cui saranno da ritenersi superati molti dei mestieri che conosciamo, mentre altri se ne verranno a creare.
Dr. PAOLO PRATICÒ, Dirigente Generale del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria della Regione Calabria
La Strategia di Specializzazione Intelligente della Calabria (S3) prevede sistemi di fare impresa orientati al risultato e rende più agevole il meccanismo di selezione dei progetti per finanziare servizi accessori alle imprese. Delle cose fatte in passato si devono valorizzare quelle che hanno avuto successo e capire le motivazioni di ciò che non dato i risultati auspicati.
Entro marzo sarà convocata una riunione per la presentazione delle infrastrutture della ricerca e diffusione dell’innovazione. Con riferimento alla qualificazione delle competenze, la Regione ha approvato 3 piani: uno per la scuola, uno per l’istruzione, l’altro per l’alta formazione. La cosa fondamentale è che il piano strategico delle Università sia finalizzato agli studenti.
Anche l’Amministrazione deve passare dall’ottica delle procedure a quella dei risultati, questo deve rappresentare il cambiamento culturale delle Amministrazioni.
La mattinata si è chiusa con le considerazioni del dr. GIUSEPPE SALONIA, Unioncamere - Unione italiana delle Camere di commercio che ha sottolineato come la rete delle Camere di commercio abbia l’obiettivo di supportare le PMI nell’attuazione di I4.0 in modo non formale ma sostanziale, favorendo il dialogo tra tutti gli attori dell'ecosistema dell'innovazione.
Dr.ssa CETTI LAUTETA, Responsabile Area Scenari Sud di The European House – Ambrosetti
Presenta lo scenario competitivo: Il Mondo corre al 3% nel 2017, in un’Europa in cui i vari Paesi viaggiano a velocità diverse, l'Italia ha una crescita lenta e, ancora di più, la Macroarea Sud, legata a questioni politiche che creano incertezza e problemi concreti da fronteggiare. Tutto ciò si riflette sulle dinamiche dell’occupazione, il problema del lavoro è un tema importante e provoca disagi di tipo sociale.
In questo contesto l’innovazione e la ricerca sono driver di crescita. Secondo un indicatore sviluppato da Ambrosetti, che tiene conto degli investimenti in ricerca e brevetti, le performance innovative dell’Italia nei confronti dell’Europa sono poco significative, le regioni del Centro-Sud sono ulteriormente indietro e la Calabria è in peggioramento. Per l’export c’è un effetto trainante di alcune regioni del Sud e di alcuni settori high tech (aerospaziale e settore automobilistico).
Dati positivi: start up innovative, fenomeno di crescita e consolidamento nel Mezzogiorno. Inoltre, il Mezzogiorno attrae il 12% dei flussi turistici nazionali, in questi settori si può spingere. Il tema va affrontato con delle logiche nazionali, le parole chiave sono: focalizzazione delle risorse, internazionalizzazione, visione, ovvero nuovo modello di sviluppo, specializzazione e rete.
Prof. CORRADO TROMBETTA, Building Future Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria
In Italia la ricerca scientifica è un bene pubblico e questo è l’unico posto al mondo in cui ciò accade. L’università deve rappresentare una finestra sul futuro, noi sappiamo che è già iniziata la quinta rivoluzione - la rivoluzione cognitiva - e che si stanno già realizzando le tecnologie di tipo cognitivo, con un cambiamento culturale nel modo di progettare.
Si è interrotta la catena della conoscenza perché il tempo della tecnologia era talmente veloce che non consentiva la riprogettazione. Questa intuizione ha consentito di capire che bisogna progettare e testare nel corso della realizzazione.
Nei prossimi anni, anche in ottica di smart cities, l’elemento più importante del settore delle costruzioni è l’involucro e anche il Building Future Lab può supportare il settore delle costruzioni in una trasformazione 4.0.
Dr. RENATO PASTORE, Presidente della sezione Terziario Innovativo di Unindustria Calabria
È difficile che la ricerca possa nascere senza avere una grande azienda dietro. Le attività di innovazione sono possibili quando sono disponibili centri di ricerca pubblici.
Fare una rete di impresa potrebbe essere una soluzione, anche se il problema di queste strutture deriva dal fatto che non è stata costituita una rete di supporto, ad esempio al credito per il finanziamento di progetti e la formazione delle risorse umane. Se il meccanismo di garanzia funziona e se si ha la collaborazione delle università, si possono sfruttare le occasioni.
Dr. ANDREA DI BENEDETTO, Vice Presidente CNA
Primo tema: è veramente in atto una rivoluzione? I4.0 non è solo un aggiornamento di tecnologia e non deve esserlo, I4.0 ha senso se la pensiamo come una vera e propria rivoluzione industriale. La quarta rivoluzione industriale è tale perché utilizza tecnologie che fino a poco tempo fa non esistevano facendo cambiare i modelli di business e annullando la differenza tra prodotto e servizio e cambiando il concetto di prosumer. L’artigianato (divenuto digitale) e l’industria stanno convergendo, salta completamente la logica dimensionale.
Secondo tema: un modello economico basato su startup non funziona, può funzionare un modello di startup ibrido, ovvero un modello che si basa su nuove imprese che uniscono il made in Italy a modelli di consumo e di produzione completamente digitali. Si parla quindi di open innovation, bisogna prendere atto che l’innovazione si fa in piccoli gruppi e che la startup è un pezzo del percorso dell’inoovazione, non è fine a se stessa.
Terzo tema: abbiamo mancanza di capitali e di politica industriale, però nell’epoca di I4.0 la risorsa veramente scarsa è la conoscenza. Il sistema formativo non è più adeguato ed aderente alle esigenze delle imprese. Dobbiamo quindi passare ad un modello di formazione che sia in grado di soddisfare l’esigenza di tecnologi, anche puntando alla formazione on line. Dobbiamo investire su una generazione di calabresi che prendano la cultura calabrese e la inseriscano in industria 4.0.
Dr. BRUNO FAZZARI, General Manager di Pebrit Bosch Rexroth Ag
Esperienza come costruttori di componenti deve evolversi verso la possibilità di trovare nuove applicazioni. Rilevano e utilizzano tecnologie che consentono di avere informazioni su come si sta producendo e che consentono di applicare l’esperienza anche ad altre realtà.
Dr. LUCA GELMETTI, Pratice Manager di Festo Training and Consulting - Gruppo Festo
Festo nasce in Germania come azienda che produce componentistica per macchine e robot. Proprietaria di oltre 3000 brevetti, da sempre investe in ricerca. Sono artigiani dell’industrial automation, riconosciuti per saper personalizzare al massimo i prodotti. Hanno sempre investito nella parte didattica.
L’elemento fondamentale che Festo ha evidenziato come qualificante quando ha pensato di creare la fabbrica smart 4.0 è di mettere tutti in collaborazione. Ne è uscito fuori uno spazio vuoto che viene riempito da moduli modificabili, con una logistica integrata. Un'altra delle sfide di industria 4.0 è l’energy saving, la sfida del futuro,
Festo ha cercato di creare un sistema al centro dell’Europa, evitando la delocalizzazione, oggi la nuova sfida è quella di produrre real time, cioè in modo personalizzato e con costi sostenibili.
Dr. MICHELE SOLDATINI, CIO Operation and Transformation leader, General Electric
Sono due i valori di GE: Trasformazione, Mantenimento del know how.
Per trasformarsi si ha bisogno di approcci diversi e quindi di competenze diverse. È necessario avere persone in grado di comprendere tale approccio, l’azienda punta molto sui giovani e quindi sui programmi di alternanza scuola lavoro. Lavorano con i professori per definire le tematiche da affrontare e sviluppano il percorso didattico.
Con le conclusioni del Segretario generale Natina Crea, si riassumono i concetti chiave emersi durante la giornata: innovazione tecnologica, valorizzazione del capitale umano, conoscenza e condivisione del sapere, cambiamento della cultura aziendale, finanziamenti. Aspetti che vanno tenuti sotto controllo e su cui bisogna lavorare per cogliere le sfide e le opportunità che ci pone la Quarta Rivoluzione industriale: la Camera sarà, anche in questo, a servizio delle imprese.